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A cosa serve la vitamina A?
La vitamina A, anche chiamata retinolo, beta-carotene, etretinato, isotretinoina, acido retinoico, retinolo palmitato e tretinoina, è una vitamina solubile nel grasso che venne identificata chimicamente per la prima volta da Karrer nel 1931.
Essa gioca un ruolo importante nella funzione dell’occhio e per molti secoli si è ritenuto che l’incapacità di vedere nel buio fosse spesso il risultato di mancanza di vitamina A.
Un’altra alterazione dell’occhio (xeroftalmia), che può condurre alla cecità, viene ascritta alla mancanza di vitamina A nell’alimentazione. Un’altra sostanza che ha gli effetti della vitamina A, carotene, si trova nelle piante.
Vi sono diversi tipi di molecole di carotene, designati per mezzo di lettere dell’alfabeto greco. Due molecole di vitamina A possono essere formate da una molecola di carotene (color arancio), mentre molecole di carotene procurano solo una molecola di vitamina A.
Il carotene è presente in tutte le parti verdi delle piante, perché è quasi sempre associato con il verde agente colorante delle foglie (clorofilla). Le parti rosse o bianche delle piante, per esempio, asparagi, cavolfiore, barbabietole, pomodori ecc., non contengono carotene, mentre la verdura di colore giallo e arancio è ricca di questa sostanza.
I fabbisogni di vitamina A e di carotene vengono generalmente dati separatamente.
Se la vitamina A viene principalmente ottenuta dal beta carotene, come dalle piante, allora la richiesta è apparentemente maggiore in quanto il beta carotene viene assorbito in modo minore. La vitamina A adempie ad una funzione nella costruzione della cellula, cioè nella crescita e non nel metabolismo energetico. La cecità notturna è attribuita ad un disordine nella formazione del pigmento rosso del bastoncello della retina. Questo pigmento è un complicato composto di beta carotene e di una proteina (complesso proteino-carotenoide). Quando la luce cade sulla sostanza, si dissocia in pigmenti arancioni e gialli, il così detto retinene. Se la vitamina A è insufficiente, le cellule sensorie sensibili alla luce (i fotorecettori), necessarie per vedere con la luce debole, non possono essere formate.
Il retinolo, il retinolo palmitato e il beta-carotene possono essere ottenuti a volte senza bisogno di ricetta. L’etretinato, la tretinoina e l’isotretinoina, affini della vitamina A, sono usati nel trattamento di malattie cutanee quali acne e psoriasi; per ottenerli è necessaria la ricetta.
Per quanto riguarda invece i bambini, la vitamina A è essenziale per un normale sviluppo e l’integrità dell’apparato scheletrico e dei denti. È inoltre indispensabile per la visione e per una struttura cellulare funzionale. Mantiene integra la cute e protegge la mucosa della bocca, del naso, della gola, dei polmoni e del tratto digerente e urinario dalle infezioni. La presenza di questa vitamina influenza la fertilità in entrambi i sessi.
In quali alimenti trovare la vitamina A?
La vitamina A, come tale, si trova solo nei prodotti animali, ed è formata dalla conversione di carotene nella loro alimentazione.
Questa conversione avviene prevalentemente nella mucosa intestinale. Il fegato è un luogo tipico di deposito per la vitamina A; perfino dai tempi degli antichi Egizi, si sapeva che mangiando il fegato si curava la cecità notturna.
Un chilo di fegato contiene parecchi milioni di UI (1 UI corrisponde a 0,3 μg di retinolo e a 0,6 μg di beta carotene) di vitamina A. In generale, non ci si aspetta una mancanza di vitamina A nei paesi progrediti, salvo, probabilmente, nei pazienti che hanno dei disordini di assorbimento del grasso intestinale.
Le fonti di vitamina A sono perciò numerose: fegato, olio di fegato di merluzzo, latte e latticini, nel tuorlo dell’uovo, le parti giallo-arancioni di alcuni tipi di frutta e verdura (carote, albicocche e pesche) e la verdura a foglia larga (spinaci, cavoli e broccoli). Il carotene viene invece ricavato dalle carote.
Fabbisogno giornaliero di vitamina A
In base ai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata di Nutrienti), il fabbisogno giornaliero è:
- 375 mcg (dalla nascita a 3 anni);
- 400 mcg (4-6 anni);
- 500 mcg (7-9 anni);
- 600 mcg (10-12 anni);
- 600 – 700 mcg (rispettivamente per femmine e maschi dai 13 anni in avanti);
Durante la gravidanza e l’allattamento le dosi vanno aumentate rispettivamente di 200 e 400 mcg.
Ogni tipo di regime alimentare si può dire che garantisca quantità sufficienti di vitamina A. Tuttavia, può accadere che una dieta estremamente povera di grassi e di proteine determini una carenza. Le integrazioni possono essere indicate nel caso di individui affetti da certe malattie intestinali, da fibrosi cistica, da ostruzione dei dotti biliari, da diabete mellito e da iperattività della tiroide, nonché in individui sottoposti a cure prolungate con farmaci ipolipidemizzanti, in quanto queste sostanze riducono l’assorbimento intestinale della vitamina A.
Quali sono i sintomi da carenza di vitamina A?
Uno dei sintomi di carenza di vitamina A (acquista qui) più precoci è la difficoltà della visione in condizioni di semioscurità. Altri sintomi vanno dalla secchezza della pelle alla perdita di appetito alla diarrea. Anche la resistenza alle infezioni diminuisce. Gli occhi possono diventare asciutti e infiammati. Una carenza particolarmente grave po’ causare ulcere corneali e fragilità delle ossa e dei denti.
Una forma grave di carenza di vitamina A negli adulti e nei bambini oltre gli 8 anni viene curata con 50.000 unità fino a quando non viene ripristinato il normale livello di vitamina A.
Per quanto riguarda il consumo prolungato ed eccessivo di vitamina A negli adulti, questo può causare mal di testa, nausea, diarrea, secchezza e prurito alla pelle, senso di spossatezza e, nelle donne, una certa irregolarità mestruale. Nei casi più gravi, possono manifestarsi anche dolori ossei e ingrossamento del fegato e della milza. Dosi elevate di vitamina A possono dare una colorazione arancione alla pelle, ma non si tratta di un fenomeno preoccupante. Un consumo eccessivo di vitamina A durante la gravidanza può invece causare lesioni al feto.