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Tiamina (vitamina B1), cos’è?
La vitamina B1, anche chiamata ptialina, vitamina beri-beri, tiamina cloridrato, tiamina mononitrato o tiamina, è invariabilmente associata con una malattia che è caratterizzata dalla nevrite (infiammazione dei nervi). Beri-beri, si riferisce infatti alle paralisi risultanti dalle condizioni nevritiche. Questa malattia si verifica quasi esclusivamente ai tropici e la sindrome fu originariamente descritta secoli fa da Bontius. La vitamina B1 è solubile nell’acqua e si cristallizza in aghi incolori con un odore caratteristico. Una mancanza di tiamina o vitamina B1 causa un disordine nel metabolismo carboidrato e come risultato di ciò i nervi diventano anormali.
La tiamina ha un ruolo fondamentale nell’attività di molti enzimi. È inoltre essenziale al metabolismo e all’utilizzo dei carboidrati e anche per mantenere efficiente il sistema nervoso, i muscoli e la funzionalità cardiaca. È ottenibile con o senza ricetta in diversi preparati multivitaminici e minerali oppure da sol
In quali cibi si trova la vitamina B1?
La tiamina è presente in tutti gli alimenti non trattati. In generale i gusci (crusca) dei prodotti cereali sono ricchi di vitamina B1. Una certa parte del grano che costituisce meno dell’1% del peso totale, contiene 2/3 della quantità totale di vitamina B1 del grano stesso. Ottime fonti o altri materiali ricchi di vitamina B1 sono il lievito, la carne, le uova, i piselli, i fagioli, le patate, carne di maiale, cereali, riso e pane integrali, pasta, fegato, rognone, pesce, legumi e moltissime verdure. La necessità di vitamina B1 dipende dalla richiesta di energia ed è normalmente espressa quale proporzione della quantità totale di energie ingerite. Il consumo di grasso nel corpo non richiede quasi vitamina B1. Nei bambini che bruciano molta energia, la necessità è proporzionalmente maggiore che negli adulti. È una fortuna che molti alimenti, quali il pane e le patate, contengano tiamina (vitamina B1) in eccesso, altrimenti, non ci sarebbe sufficiente vitamina B1 presente per bruciare gli zuccheri del cibo.
Fabbisogno giornaliero di vitamina B1?
Le dosi giornaliere di tiamina o vitamina B1 consigliabili secondo il LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti) sono:
- 0,3 mg (dalla nascita ai 6 mesi);
- 0,3-0,4 mg (rispettivamente per femmine e maschi dai 6 ai 9 mesi);
- 0,4 mg (9-12 mesi);
- 0,6 mg (1-3 anni);
- 0,7 mg (4-6 anni);
- 0,8 – 0,9 mg (femmine e maschi a 7 a 12 anni);
- 0,9 – 1,1 mg (femmine e maschi da 13 a 15 anni);
- 0,9 – 1,2 mg (femmine e maschi da 16 a 59 anni);
- 0,8 mg (oltre i 60 anni).
Durante la gravidanza e l’allattamento, le dosi vanno aumentate rispettivamente di 0,1 e 0,2 mg.
Una dieta equilibrata fornisce in genere quantità sufficienti di tiamina. Tuttavia, le integrazioni (acquista qui) possono rivelarsi utili nel caso di persone anziani e in soggetti che necessitano di un elevato apporto energetico, in seguito a iperattività della tiroide e a sforzo fisico. Così come per le altre vitamine del complesso B, maggiori quantità di tiamina sono necessarie in caso di malattie o ferite gravi, interventi chirurgici e in seguito a stress psichico prolungato. In genere il medico prescrivere integrazioni di tiamina per curare una carenza associata a scarso assorbimento intestinale, a malattie croniche del fegato o a etilismo grave.
Sintomi di carenza da vitamina B1
La mancanza di vitamina B1 inibisce la formazione della sostanza trasmittente acetilcolina, che non è solo implicata nella trasmissione degli stimoli del sistema nervoso centrale ed in altre parti del corpo. Una forma leggera di carenza può causare spossatezza, irritabilità, inappetenza, insonnia. In forma grave, la carenza di tiamina provoca confusione, perdita della memoria, depressione, dolori addominali, stitichezza e beri-beri, una malattia che colpisce il sistema nervoso e il cuore. Essa si manifesta con formicolii e bruciori nelle gambe, crampi e tensione nei muscoli del polpaccio, mancanza di coordinazione, palpitazioni, disturbi mentali e insufficienza cardiaca.
Nei neonati, il beri-beri può indurre convulsioni, vomito e insufficienza cardiaca. Negli etilisti cronici e malnutriti, la carenza di tiamina può provocare un deterioramento delle funzionalità del sistema nervoso centrale (encefalopatia di Wernicke), che alla fine causa la paralisi dei muscoli oculari, perdita totale della memoria e demenza, per cui è necessario un trattamento tempestivo.
Le dosi consigliate in caso di carenza, variano a seconda dell’individuo e dipendono dalla natura e dalla gravità del disturbo. In generale, sono sufficienti tre somministrazioni giornaliere di 5-25 mg per via orale. Talvolta, quando la carenza è particolarmente grave, la tiamina può essere somministrata per via intramuscolare.
Per quanto riguarda i sintomi e i rischi di un consumo eccessivo, il pericolo di effetti sfavorevoli è piuttosto ridotto, in quanto ogni eccesso di vitamina B1 viene rapidamente eliminato per via urinaria. Tuttavia, l’uso prolungato di dosi elevate di tiamina può andare a scapito dell’assorbimento di altre vitamine B, per cui è opportuno ricorrere a preparati che contengono l’intero complesso B. In rari casi, l’iniezione per via endovenosa di una dose massiccia di questa vitamina ha provocato reazioni allergiche.